Recapiti
Orario estivo
- Mattina: 10,00 - 13,00
- Pomeriggio: 15,30 - 19,00
Orario invernale
- Mattina: 10,00 - 13,00
- Pomeriggio: 15,00 - 18,00
- Lunedì chiuso
Il Museo
Il Museo della Statuaria Preistorica in Sardegna è ospitato negli spazi di Palazzo Aymerich, ultima dimora dei marchesi di Laconi. L'edificio, progettato nell'Ottocento dall'architetto Gaetano Cima, si trova al centro del paese, davanti al palazzo municipale. Costruito in perfetto stile neoclassico, si sviluppa su tre livelli scanditi da numerose finestre ed eleganti balconcini.
Il percorso museale, allestito con testimonianze di straordinario interesse scientifico, si articola attualmente in 11 sale distribuite tra il piano terra e il secondo piano del Palazzo: dieci sale, sono dedicate ai menhir e alla grande statuaria antropomorfa preistorica della Sardegna centro-meridionale (areali del Sarcidano, Grighine e Mandrolisai), l'undicesima, 'la galleria' affacciata sulla grande corte interna, ospita invece reperti di cultura materiale rinvenuti in contesti funerari megalitici sarcidanesi.
I menhir esposti appartengono a diverse tipologie e possono essere ricondotti sostanzialmente a 3 tre classi di riferimento: menhir protoantropomorfi, a faccia ogivale ma privi di raffigurazioni, menhir antropomorfi assessuati, che invece propongono elementi caratteristici del viso, quali naso e occhi, e infine statue-menhir vere e proprie, chiara evoluzione dei menhir antropomorfi assessuati, più ricche di dettagli e di simboli che ne consentono anche la distinzione tra i sessi.
Tra i monoliti visibili, i 36 pezzi laconesi, tutti scolpiti nella trachite locale cavata in diversi punti del territorio (come in località Mind'e Putzu, dove, è stata individuata una vera e propria cava preistorica) , si distinguono per le singolari volumetrie e le espressioni iconografiche rappresentate.
Gli altri esemplari attualmente in allestimento, cui presto faranno seguito quelli di Isili Nurallao e Senis, vengono invece dai territori di Samugheo, Allai e Villa S. Antonio e si segnalano per la peculiare simbologia iconografica che si differenzia notevolmente da quella espressa dai menhir dell'area sarcidanese.
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